Il primo documento dal quale si desumono le prime notizie intorno all’ attuale Palazzo Marchesale è del 5 dicembre 1630 redatto dal tavolaro S. Pinto, incaricato dalla Regia Camera della Sommaria di valutare i beni in possesso del barone Demetrio Capuzzimati junior in merito all’ ordinanza di esproprio del feudo a causa dei debiti da questo contratti. In un successivo documento del 1633 redatto dal tavolaro Scipione Paterno, si ha notizia anche di un “ ponte a levatore” , oggi non più esistente, e quindi , si presume, ci dovesse essere anche un fossato. Sotto il marchesato di Donna Elena Castriota ( 1699-1709) è stato sicuramente impresso un operoso impulso alla struttura definitiva del corpo di fabbrica, portandolo allo stato quale noi oggi possiamo osservare. E a lei si deve il completamento della piccola chiesa di S. Gennaro, all’ esterno del corpo di fabbrica.
Nel suo insieme il Palazzo Marchesale ha uno stile sobrio, elegante ma imponente. Ben strutturato ed armonico, con un loggiato grazioso e una fuga di arcate eleganti: si nota il buon gusto tipico dello stile rinascimentale della fine del XVI-XVII sec. Sul portone corre un passaggio coperto che congiunge il palazzo al coretto della Chiesa di S. Gennaro, dove i feudatari assistevano alle celebrazioni religiose. Dal portone si accede al cortile interno e da questo al piano superiore per una scalinata pietrizia. Sull’ ampia volta vi è dipinto lo stemma dell’ ultimo marchese di San Marzano, Bonelli. Le famiglie che si sono succedute nella proprietà del Palazzo dal 1530 ad oggi sono: i Capuzzimati ( 1530-1638)-i Lopez ( 1639-1699)- i Castriota ( 1700- 1744)- i Galluccio ( 1745-1755), i Capece-Castriota ( 1765-1806)- i Bonelli ( 1806-1929)-i Casalini ( 1930- a tutt’ oggi).